(Parte 1)

Dopo tanti anni sono finalmente riuscito ad organizzare questo viaggio meraviglioso.

L'avventura comincia il 20 agosto 2005 con un volo KLM alla volta di Singapore dove atterriamo il giorno dopo, nel primo pomeriggio.

Ci accoglie l'atmosfera ovattata e l'ambiente maniacalmente ordinato dell'aeroporto Changi, dal quale usciamo in un batter d'occhio con tutto il pesante fardello di bagagli: dalla t-shirt alla giacca "fighetta", dagli anfibi da giungla alle pinne da sub...
Per me è una specie di ritorno a casa, la mia destinazione di lavoro preferita, così come l'Hotel che ci accoglie, lo Shangri-la.

Non c'è tempo da perdere e subito ci lanciamo in un assaggio di shopping su Orchard Road, che si conclude con un immancabile Singapore Sling su Boat Quey.

E' incredibile la sensazione di tranquillità e sicurezza che questa città riesce a regalare mentre si passeggia fino a notte fonda.

La prima grande sorpresa del viaggio: la colazione dello Shangri-la! C'ero stato tante volte e la conoscevo bene, ma questa volta mi lascia senza fiato. Il ristorante è completamente rinnovato con grandissimo stile ed offre un buffet che per varietà e qualità non ho trovato da nessun'altra parte al mondo.


Di nuovo all'aeroporto Changi ritiriamo i biglietti per proseguire il viaggio che il nostro agente malese di fiducia ci fa trovare pronti direttamente al banco della Malaysian. Un breve volo ci porta alla seconda tappa Kuala Lumpur, KL per gli amici. Dopo una quarantina di minuti con un comodissimo treno, dall'aeroporto raggiungiamo la stazione di Sentral e da lì con il taxi c'inoltriamo nel Golden Triangle, il quartiere dello shopping e degli hotel di lusso. La città è un mix di caos, tecnologia, razze e culture e pulsa ventiquattro ore su 24. Ci si muove facilmente a piedi e con l'aiuto della modernissima monorotaia. Il centro della città è determinato dalla "confluenza fangosa" che tradotto letteralmente in malay è appunto Kuala Lumpur. Tutt'attorno si sviluppa un area occupata dai palazzi reali e governativi, nonchè dalla sterminata Piazza dell'Indipendenza, Merdeka Square. E' da poco passata la ricorrenza dell'indipendenza dall'impero britannico e le bandiere malesi campeggiano ovunque, dalle facciate dei palazzi ai manubri dei motorini che sfrecciano ovunque, assolutamente incuranti dei pedoni. E' pericolosa Kuala Lumpur? Per i pedoni decisamente sì! Per quanto riguarda il resto le zone centrali trasmettono sempre una certa tranquillità. Passiamo a piedi dal quartiere indiano a quello cinese ed è decisamente singolare la possibilità di visitare diversi templi taoisti ed indù posti praticamente uno accanto all'altro. Basta affacciarsi all'ingresso e si viene subito invitati ad entrare. Ancora storditi dagli incensi ci facciamo strada nel brulicante mercato di chinatown, dove la gente si accalca negli stretti budelli creati dalle bancarelle di falsi di ogni genere: dalle borse agli orologi, dalle scarpe alle camicie. Solo nelle vie laterali si riesce a camminare, avvolti dalle grida dei venditori di frutta e dall'acre quanto sorprendente odore di bruciato delle castagne arrosto. Ogni cibo mi sarei aspettato ma non le caldarroste, così tipiche dei nostri freddi e grigi inverni, qui vengono servite ad agosto sotto il sole dei tropici.